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Martedì 31 luglio 2018

Giornata dell’emigrante ad Arina nel primo anniversario della «Via Crucis»






Don Pante, missionario in Congo: bellunesi, solidali ieri e oggi. Verso il gemellaggio tra Iamorè (Brasile) e Lamon.

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Ad Arina il primo anniversario dell’inaugurazione della via crucis dell’artista Fortunato Campigotto è stata l’occasione per una partecipata e animata Giornata dell’emigrante, che ha unito comunità e ospiti nella bella chiesa del paese. Qui ha porto ai presenti il saluto di benvenuto il presidente della locale «Famiglia» dell’Abm, Florindo Gaio, che con intensità e calore ha rinnovato il ringraziamento alle numerose componenti della comunità che hanno consentito la realizzazione dell’opera, la quale, per la determinazione con cui è stata voluta, l’impegno e il lavoro nell’attuarla, la bellezza e il messaggio che esprime, fa onore ad Arina. Dall’altare, attorniato dai gagliardetti delle «Famiglie» ex emigranti, profonde e incisive parole sono venute dal celebrante, don Flavio Pante, lamonese missionario in Congo, che nel ricordare quanto hanno dato alla nostra terra gli emigranti, ha richiamato i valori che li hanno distinti, specialmente quello della solidarietà, che deve oggi aprirsi verso quanti, come loro allora, cercano nel migrare speranza e riscatto. A conclusione del rito, anche questa volta impreziosito dalle belle voci della corale di Farra di Feltre diretta dal maestro Ivan Dalla Marta, sono seguiti i discorsi delle autorità. Il presidente dell’Abm Oscar De Bona, dopo aver rinnovato plauso e gratitudine alla comunità e alla locale «Famiglia», ha presentato Yuri Piccoli, un giovane discendente di un gruppo di emigranti di Lamon che nel 1948 andarono nel sud del Brasile, a Iamorè, Santa Catarina, suggellando il loro arrivo con l’erezione di una chiesa costruita sul modello di quella del paese natale, segno di speranza e di fede, come ha detto - con parole commosse e toccanti - il giovane. Iamorè e Lamon potranno così essere uniti in un «patto di amicizia» come lo stesso De Bona e l’assessore di Lamon Mariuccia Resenterra hanno auspicato, nella speranza che anche in quella comunità possa sorgere una nuova Famiglia Bellunese. La giornata è poi proseguita con lo splendido pranzo, degno della fama che circonda i celebri chef arinesi che si sono fatti apprezzare in tutto il tutto il mondo, servito con gentilezza e maestria dalle infaticabili volontarie e accompagnato dalle allegre note di un complesso locale, da balli, dall’estrazione dei biglietti della lotteria, in uno spirito di festa, di amicizia, di condivisione. Tra i presenti ricordiamo Vittoriano Speranza, presidente della Famiglia di Roma e i numerosi presidenti delle «Famiglie» consorelle. Una giornata speciale, in cui si è ammirato un intero paese unito nell’impegno e orgoglioso della sua identità.


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