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Domenica 25 novembre 2018 ‐ Nostro Signore Re dell’Universo, Cristo Re
Belluno-Donna: in 10 mesi in provincia accolte 139 donne
65 presso lo sportello di Belluno, 49 presso lo sportello di Ponte nelle Alpi e 25 presso lo sportello di Feltre.
«Il 25 novembre, Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, è per noi una ricorrenza significativa per mantenere alta l’attenzione su un fenomeno strutturale, quale la violenza maschile sulle donne che, secondo i dati Istat, attraversa la vita di almeno 1 donna su 3». Lo sottolinea in una nota l’associazione Belluno-Donna facendo presente anche che è fondamentale il ruolo dei Centri antiviolenza nel garantire sostegno e aiuto alle donne coinvolte in situazioni di violenza e che in questa cornice operativa si inseriscono le operatrici e le volontarie della Rete nazionale dei Centri antiviolenza (D.i.Re) e del Coordinamento dei Centri antiviolenza del Veneto (Iris) che da circa 30 anni combattono perché la violenza sulle donne non sia ritenuta un fatto normale.
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In provincia di Belluno - continua ancora la nota di Belluno-Donna - le "nuove" donne accolte in 10 mesi sono state 139, di cui 65 presso lo sportello di Belluno, 49 presso lo sportello di Ponte nelle Alpi e 25 presso lo sportello di Feltre. Per quanto riguarda la Casa di secondo livello Belluno-Donna, sono state ospitate tre donne con tre figli/e minori.
Per ciò che concerne i dati nazionali del 2017, i 78 Centri antiviolenza della rete D.i.Re hanno accolto 20.137 donne delle quali il 68% era di nazionalità italiana. Nel 75,7% dei casi l’autore della violenza era il partner attuale o passato. Facendo riferimento a tali dati, le tipologie di violenza più diffuse sono quella psicologica, presente nel 73,6% dei casi, quella fisica 62,1%, economica (30,7%), sessuale (13,5%), stalking (16,1%).
Belluno-Donna fa presente ancora che «la continuità dell’offerta di accoglienza e sostegno alle donne nel tempo può autorevolmente far ritenere che i Centri antiviolenza siano un’imprescindibile "istituzione" di cui chi ha il dovere di intervenire sul fenomeno della violenza alle donne, non può fare a meno». Per questo l’associazione ritiene che «il livello dei finanziamenti dei Centri antiviolenza sia inconsistente e mortificante. A fronte di un lavoro fondamentale per l’emersione, la prevenzione e il contrasto del fenomeno della violenza alle donne, che continua ad essere un fenomeno grave, ampio ed esteso, i Centri antiviolenza vivono essenzialmente di risorse economiche scarse e insufficienti». Ciò, si fa ancora presente, «chiama la politica a una grande responsabilità perché oggi non sono più rinviabili interventi integrati e di ampio respiro per prevenire e contrastare la violenza maschile alle donne».
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