L’assessore regionale alla Protezione Civile Gianpaolo Bottacin ha fornito i dati ufficiali di oggi, mercoledì 13 maggio, sulla diffusione dell’epidemia del coronavirus-19 in provincia di Belluno, comune per comune. L’Amico del Popolo vi propone in quattro tabelle non soltanto le cifre assolute dichiarate dalla Regione ma anche alcune elaborazioni percentuali utili a capire quanto i numeri del coronavirus pesino effettivamente sulla popolazione.
Si ricava, a livello provinciale, un tasso di letalità (il numero dei morti rispetto al numero dei contagiati) del 9,68%, ma si tratta in realtà di un valore del tutto «apparente» (nelle tabelle l’abbiamo in effetti indicato così, in sigla TLa) perché si basa sul numero delle persone che sono state riscontrate positive al tampone, le quali sono probabilmente molte meno dei contagiati effettivi e “nascosti”. Per fortuna! Perché se dovessimo attenderci il 10 per cento di morti rispetto ai contagiati saremmo di fronte a una malattia gravissima, mentre lo studio di Vo’ Euganeo mostra una letalità reale dell’1,5-2% e uno studio americano ripreso nei giorni scorsi dal New York Times fissa la letalità reale addiruttura allo 0,5% dei contagiati, dunque molto, molto bassa. Questo basti per capire come il nostro 9,68% provinciale sia totalmente fuori scala, assolutamente troppo alto: la reale difusione del virus è molto maggiore di quel che gli esiti dei tamponi ci indicano.
Se poi analizziamo il tasso di letalità apparente nei singoli comuni scopriamo dei valori estremamente fluttuanti. A Sedico, per esempio, il TLa molto elevato al 21,43% è generato dai 3 decessi che pesano molto rispetto al numero dei positivi “ufficiali” e ciò fa pensare che il virus sia in realtà ben più diffuso di quel che si pensa. In generale, però, i comuni che hanno TLa più elevato sono quelli con case di riposo colpite duramente dal virus, comuni dove è elevato anche il numero di positivi al tampone e dove il tasso di letalità reale comunque si rivelerebbe alto, se potessimo conoscerlo, perché la popolazione colpita è soprattutto molto anziana (e il virus nelle fasce d’età più alte miete più vittime). Esaminando i numeri si scoprirà come nei comuni che ospitano le case di riposo più colpite è stato più “facile” ricostruire le catene dei contagi, a carico degli anziani ospiti e degli operatori, e i tamponi sono andati più facilmente “a segno”. Mentre nei centri grossi com’è Belluno al numero di tamponi non corrisponde un elevato numero di positivi rintracciati, segno che la ricerca è stata probabilmente più difficile e più “random”.
Si noteranno anche, nella colonna Attualmente infetti su totale positivi, come molti comuni stiano tuttora facendo i conti con un contagio recente, mentre in altri, dove gli attualmente positivi sono in percentuale più bassa, l’epidemia potrebbe essere in via di attenuazione.
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