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domenica 17 Novembre 2024,

Nel 1873 il terremoto che devastò l’Alpago: 150 anni dopo una rassegna per ricordare, divulgare e prevenire

"Terremoto150" prenderà il via domani, giovedì 29 giugno, alle 20.30 nella palestra comunale di Farra d’Alpago. Tra gli ospiti Fabricio Curcio, capo dipartimento della Protezione civile nazionale (nella foto, illustrazione di Le Monde all'epoca del sisma)

Il 29 giugno 1873 un tragico terremoto, 6.3 gradi della scala Richter, devastò il territorio dell’Alpago, del Bellunese e del Vittoriese. Si trattò di un evento estremamente tragico, con decine di morti accertate di cui anche la stampa, nazionale e internazionale, diede ampio resoconto. A centocinquant’anni di distanza il Comune di Alpago intende ricordare l’accaduto con una rassegna che vedrà la presenza, tra gli altri, dell’ingegner Fabrizio Curcio, capo dipartimento della Protezione civile nazionale. Curcio sarà infatti ospite della tavola rotonda che si terrà domani, giovedì 29 giugno, alle 20.30 nella palestra comunale di Farra d’Alpago e che darà il via alla rassegna “Terremoto150”. Oltre a lui vi saranno i due vicedirettori della sezione Centro di Ricerche Sismologiche dell’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale Giuliana Rossi e Paolo Comelli e il responsabile della rete sismica del Veneto dell’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale Pier Luigi Bragato. Parteciperà all’evento anche l’assessore regionale alla Protezione civile Gianpaolo Bottacin, oltre al sindaco Alberto Peterle che farà gli onori di casa.

Gianpaolo Bottacin e Fabrizio Curcio.

L’incontro di giovedì sarà soltanto il primo di una serie di iniziative dedicate all’evento fino al culmine, previsto per l’autunno, che si concretizzerà con una mostra presso il Palazzo municipale di Pieve d’Alpago. «Un momento importante per la nostra comunità – dichiara il sindaco di Alpago Alberto Peterle – la presenza di Curcio e degli altri importanti ospiti che parteciperanno alla tavola rotonda ci permetterà di ragionare non solo sul passato ma anche sul presente e sul futuro. Come si gestisce un evento grave durante la fase di somma emergenza? Come si studiano e si analizzano i fenomeni sismici? Cosa dobbiamo considerare in un territorio molto esposto al rischio quale il nostro? Sono questi alcuni dei principali quesiti a cui cercheremo di rispondere giovedì sera nell’incontro aperto a tutta la cittadinanza. Il terremoto di centocinquanta anni fa, infatti, ebbe anche una straordinaria valenza scientifica. Fu proprio a partire dal terremoto dell’Alpago che si compirono grandi scoperte di carattere scientifico, quali ad esempio il principio della macrozonizzazione, uno dei principali elementi che consente, ancora oggi, di distinguere le varie fasce di rischio dei territori».

Proprio sulla valenza emotiva, culturale e scientifica del terremoto verterà anche la mostra programmata per l’autunno. Le quattro sezioni in cui l’evento espositivo sarà suddiviso si concentreranno infatti sull’impatto sociale del terremoto nel territorio, sull’eco dell’evento nella stampa nazionale ed internazionale, sui ritratti che diversi artisti, in primis il pittore Alessandro Seffer, fecero in presa diretta nei giorni immediatamente successivi al sisma e sugli studi che, pionieristicamente, i geologi Torquato Taramelli, Alexander Bittner e Hans Hofer Von Heimahlt dedicarono al tema. Si ragionerà infine anche su come il territorio affrontò la non facile sfida della ricostruzione proponendo alcuni confronti utili per capire l’evoluzione urbanistica dell’Alpago.

Per la realizzazione della rassegna – e in particolare dell’evento espositivo previsto per l’autunno – il Comune di Alpago si sta avvalendo di diversi consulenti e studiosi. Non mancheranno nei prossimi mesi altre occasioni di approfondimento legate ad un anniversario così importante per la storia della comunità alpagota.

«Ritengo fondamentale diffondere la conoscenza degli eventi passati e delle loro conseguenze – sottolinea Bottacin – solo così la popolazione può imparare a comportarsi al meglio nel caso in cui le disastrose calamità sismiche si dovessero ripresentare. Spesso, soprattutto quando si parla di Protezione Civile, si pensa alla fase emergenziale, o alla successiva ricostruzione, ma difficilmente si concepisce l’attività di prevenzione. In realtà, la Regione del Veneto è molto attiva anche in questo senso, con molte iniziative volte a istruire la popolazione e molti interventi anche nelle scuole. Quindi, non posso che ringraziare il Comune di Alpago e il sindaco Peterle per l’organizzazione di questo evento di valore scientifico molto alto: divulgare è prevenire».

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