Presa di posizione critica dei 6 consiglieri provinciali che costituiscono il gruppo «Provincia Comune – Belluno 2030» (Paolo Perenzin, Lucia Da Rold, Mario De Bon, Simone Deola, Fabio Luchetta, Letizia Monestier) sulla nuova pista da bob da costruire a Cortina d’Ampezzo per le Olimpiadi del 2026. Nella proposta di delibera che hanno presentato perché venga sottoposta quanto prima all’attenzione del Consiglio provinciale (vedi l’allegato a fondo pagina), i 6 consiglieri chiedono che la Fondazione olimpica, la Società Infrastrutture Milano-Cortina 2020-2026 Spa (SIMICO), la Regione Veneto e tutti gli enti competenti verifichino con urgenza, prima dell’eventuale affidamento dei lavori, se effettivamente l’impianto di Innsbruck sia idoneo a ospitare le gare olimpiche e, in questo caso, abbandonino l’ipotesi di Cortina per condividere la proposta di Innsbruck.
Una scelta – sottolineano i consiglieri – che consentirebbe importanti risparmi di carattere economico e ambientale e che sarebbe anche di grande utilità per la provincia di Belluno se i soldi previsti per la pista di bob venissero invece impiegati (come da loro richiesto) a favore di altre opere utili a migliorare la qualità di vita della montagna bellunese.
Sul tema hanno preso posizione anche i consiglieri regionali del PD Veneto Andrea Zanoni e Anna Maria Bigon che, dopo un sopralluogo a Cortina, hanno annunciato un’interrogazione in merito alle ricadute economiche della nuova pista da bob, sottolineando che il Comitato olimpico internazionale (Cio) è favorevole alla soluzione di Innsbruck e che questa soluzione consentirebbe si limitare la spesa a 10-15 milioni, circa un decimo rispetto all’investimento oggi previsto per la nuova pista di Cortina. E poi – si chiedono – chi pagherà le manutenzioni future che sono stimate in 1,5 milioni all’anno? Il Comune di Cortina? La provincia di Belluno? Tutti i cittadini del Veneto? «Esigiamo risposte», la loro conclusione.
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1 commento
Giuseppe
L’autonomia locale mal si concilia con i debiti, che per una scelta scellerata degli attuali amministratori regionali, dovranno pagare solo i Veneti.