L’Ulss 1 Dolomiti ha pubblicato il suo terzo bollettino epidemiologico annuale, che poi è il quarto perché un “numero 0” fu realizzato già con i dati del 2020. È una fotografia sullo stato di salute del territorio provinciale bellunese aggiornata al 2023, ci aiuta a capire di che cosa ci ammaliamo, di che cosa si muore e, di conseguenza, quali sono i fattori di rischio: è lì che possiamo agire per migliorare la nostra salute, con la prevenzione.
Per esempio: lo sapete che fra i tumori è sempre più frequente il melanoma e che ne sono più colpite le donne (nel 2020: 37 casi negli uomini e 46 casi nelle donne)? Forse perché maggiormente predisposte? No, commenta Sandro Cinquetti capo del Dipartimento di prevenzione dell’Ulss 1, semplicemente le donne si espongono di più ai raggi del sole per desiderio di tintarella (è il terzo tumore più diffuso tra le donne bellunesi). Dunque, fattore di rischio: il sole senza protezioni; azione per migliorare la salute: mettere la crema, la maglietta e il cappello.
Le abitudini pesano tantissimo sulla salute. Fumavano tanto, gli uomini bellunesi, poi un po’ alla volta hanno capito che fumare fa male e hanno iniziato a smettere. Le conseguenze si vedono sui tassi di mortalità, i maschi bellunesi avevano i valori più alti nel Veneto ma negli ultimi vent’anni si sono progressivamente avvicinati ai numeri medi regionali e questo è dovuto proprio al crescente abbandono del fumo. Le donne bellunesi, infatti, fumavano e fumano meno e questo si vede nell’andamento della mortalità delle femmine, che è sempre stato più allineato con i valori medi regionali. Tuttavia, nel 2020 sono stati diagnosticati nel territorio dell’Ulss 1 Dolomiti ancora 70 casi di tumore al polmone negli uomini (è il 4° tumore più diffuso tra gli uomini bellunesi), nella donna 39 casi (è il quarto tumore più diffuso tra le donne bellunesi). Dunque, fattore di rischio: il fumo; azione per migliorare la salute: smettere di fumare.
I tumori più diffusi in provincia di Belluno? Tra gli uomini il “big killer” è il tumore alla prostata, 166 nuovi casi nel 2020, mentre per le donne è il tumore alla mammella con ben 213 nuovi casi (addirittura un terzo dei tumori di nuova diagnosi nella donna). Al secondo posto nei maschi (75 nuovi casi nel 2020) e nelle donne (56 nuovi casi nel 2020) è il tumore del colon retto e ano. Per questi tumori va sottolineato che l’azione più importante che possiamo compiere è prevenirne la gravità scoprendoli allo stato iniziale: è bene eseguire con regolarità gli screening che l’Ulss propone, un test eseguito quando ancora il tumore non dà sintomi può davvero salvare la vita.
Però attenzione: il tumore è la prima causa di morte in provincia di Belluno per i maschi (1.109 vittime nel periodo 2020-2022), ma le donne muoiono prima di tutto per le malattie del sistema circolatorio (causa di 1.370 decessi, contro i 962 dei tumori; 1.007 decessi negli uomini per malattie del sistema circolatorio). C’entra anche l’età media più alta nelle donne, ma comunque il dato induce una riflessione sugli stili di vita e sui controlli che possono essere eseguiti per tempo, utili a scoprire criticità correggibili. Al terzo posto fra le cause, ma staccate di molto, sia per gli uomini che per le donne ci sono le malattie del sistema respiratorio (289 decedute e 281 deceduti).
Siamo entrati nell’era del covid all’inizio del 2020 e siamo al quarto anno (93mila episodi di positività e 950 morti per Covid-19 da inizio epidemia, in provincia di Belluno). In questi quattro anni il numero dei decessi per tutte le cause (dunque non soltanto per il covid) è aumentato di parecchio ma attenzione a un dato sorprendente: i decessi nel periodo 2020-2022 sono aumentati dell’8% in provincia di Belluno rispetto al periodo 2017-2019, ma nel Veneto l’incremento è stato molto più evidente: +13%. E come mai? I punti di differenza sono ben cinque. E Cinquetti risponde che non è affatto semplice spiegare la ragione di questo “delta”, sul fronte del covid è possibile che qui da noi si sia potuto agire in maniera molto più serrata grazie alla nostra scarsa popolazione (ricordate i tamponi a tutti e le migliaia di telefonate che l’Ulss è riuscita a fare per mesi e mesi ai singoli cittadini in isolamento? La chiamano «sanità sartoriale», su misura!), limitando i danni, ma più in generale si ritiene che nel territorio delle Dolomiti bellunesi la medicina sia di fatto più a portata di mano, più raggiungibile, a cominciare dai medici di famiglia. E poi chissà: c’è chi ritiene che le ultime estati molto calde abbiano sospinto al decesso più anziani del solito, un problema che quassù non ha avuto rilevanza. Fatto sta che i numeri e le stime statistiche sanno essere terribili: se qui da noi avessimo avuto un incremento del 13% come nel resto del Veneto, invece di un +8%, nel periodo 2020-2022 avremmo avuto qui da noi ben 388 decessi in più.
Durante l’incontro con la stampa di oggi, venerdì 15 marzo, è stato posto l’accento sull’incidenza e sulla prevenzione delle malattie infettive. C’erano infatti, oltre al dottor Sandro Cinquetti e al direttore generale Giuseppe Dal Ben, il primario di Pneumologia Rodolfo Muzzolon, l’infettivologa Daniela Piacentini ed Eliana Modolo responsabile della Microbiologia. Si è parlato della diffusione di importanti malattie respiratorie, in particolare la malattia pneumococcica invasiva, la legionellosi e la tubercolosi polmonare: circolano, «ricordatevi che ci sono» ha detto Muzzolon rivolgendosi prima di tutto ai medici bellunesi, perché si rischia di pensare a malattie scomparse e invece no. Così per le malattie sessualmente trasmesse, in particolare sifilide, gonorrea, clamidia: l’Ulss offre la possibilità di eseguire vari tipi di test (anche per l’Hiv, ovviamente), ricordando che tutte le persone che hanno rapporti sessuali sono logicamente a rischio e che la frase più ascoltata in ambulatorio (l’accesso è libero) è «non avrei mai pensato». E dietro tutti gli accertamenti diagnostici delle malattie trasmesse da batteri, virus, funghi e parassiti chi c’è? La microbiologia, “scoperta” da tutti nel periodo del covid ma da sempre servizio fondamentale per l’analisi dei reperti che possono indicare la presenza di una malattia.
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2 commenti
Maria Grazia Vizzini
Buona sera come mai non viene citato come fattore di rischio l’abuso di alcool con tutte le sue conseguenze?
Grazia
In questi ultimi anni c’è stato un inoculo generalizzato….da tenere in considerazione