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domenica 15 Dicembre 2024,

Residenzialità, la Provincia collabora per mappare i fabbisogni

Risulta dai dati Istat del 2021 (censimento permanente della popolazione) che sul territorio sono presenti circa 178mila abitazioni, di cui solo 92.400 occupate

«Trovare case e appartamenti per i lavoratori, soprattutto per quelli che vogliono venire a Belluno da fuori provincia, è una delle priorità in questo periodo storico. E lo è soprattutto per consentire l’incrocio tra domanda e offerta di lavoro, visto che oggi sul territorio ci sono più posti disponibili che lavoratori». Lo ha detto il consigliere provinciale Alberto Peterle, delegato alle attività produttive, programmazione strategica unitaria e residenzialità, intervenuto nei giorni scorsi al Tavolo del Piano di Zona dell’Ulss 1, dedicato al territorio feltrino. 

L’occasione ha messo attorno allo stesso tavolo diversi soggetti ed enti, per affrontare il tema dell’abitare e nello specifico il problema della difficoltà di reperire case e appartamenti per giovani lavoratori e per chi arriva da fuori provincia. La Provincia tramite il suo ufficio statistica ha provato a delineare un quadro della situazione. Risulta dai dati Istat del 2021 (censimento permanente della popolazione) che sul territorio sono presenti circa 178mila abitazioni, di cui solo 92.400 occupate. Lo squilibrio è evidente tra parte alta e parte bassa della provincia: il mercato turistico infatti fa sì che i proprietari di case nelle zone dolomitiche preferiscano lasciarle sfitte e metterle a disposizione per poche settimane durante le stagioni estive e invernali. I dati dicono che nella parte alta le abitazioni occupate stabilmente sono all’incirca 29mila, contro 52.400 abitazioni non occupate. 

«Quello della residenzialità è un problema concreto e come tale va affrontato in maniera decisa e coordinata», dice ancora il consigliere Peterle. «Oggi uno dei grandi punti neri rispetto all’attrattività del nostro territorio deriva proprio da qui. Avremmo diverse famiglie che si trasferirebbero da noi, anche grazie a un’offerta di lavoro di grande quantità e qualità. Ma non lo fanno perché diventa difficile trovare case e appartamenti in affitto. E questo lo si vede soprattutto in certi lavori – penso agli Oss, alla sanità, al pubblico impiego – che faticano più del dovuto a trovare personale. Sono diverse le iniziative che stanno venendo avanti sul territorio per affrontare il problema della residenzialità, ma abbiamo bisogno che siano coordinate, legate tra loro, per poter mettere a terra tutto il loro potenziale. In questo la Provincia intende essere collaborativa e mettersi a disposizione. Nei prossimi giorni ci troveremo con un consulente che abbiamo individuato proprio per questo scopo, per analizzare il contesto e definire compiutamente i fabbisogni. Dal quadro che emergerà potremo elaborare le politiche per la residenzialità da mettere in atto, insieme e in maniera coordinata con tutti gli altri soggetti istituzionali».

1 commento

  • … Tante parole….
    Quando arrivai non si trovava alloggio perché erano preferiti i villeggianti, Dopo 30 anni di lavoro in provincia, quando ho avuto problemi per la casa mi sono trovato da solo con figli a cui dare un tetto e iscrivere a scuola , ce ne siamo dovuti andare.
    Nessun aiuto da servizi sociali, comune, parroco, anche chi aveva appartamenti sfitti preferiva darli a qualcuno senza figli e con redditi migliori (lavoro nel pubblico).
    Mille problemi burocratici per costruire casa nostra su un terreno edificabile, in un paesino di montagna ma pagato caro, quasi come nel centro di una città (non si trovava altro e volevamo restare)… Mentre i vicini , “originari” del paese potevano permettersi di costruire ville (poi rimaste vuote)…condonandole dopo.
    …Troppe parole!!!

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