«La notizia della chiusura del negozio Walber di Caviola», ha dichiarato Cesare Rizzi, delegato Confcommercio per la zona della Val Biois, «ha sortito nella comunità locale un vero dispiacere. Viene a mancare un altro punto di riferimento apprezzato e fondamentale per la popolazione e per i turisti. Più l’offerta è strutturata e articolata e maggiori sono le opportunità per chi vive nei nostri territori o li frequenta da turista ed escursionista. Più l’offerta è completa più attrattivo è il territorio sia sotto il profilo turistico che dal punto di vista della residenzialità».
Il delegato Confcommercio della Valle del Biois, zona che comprende i comuni di Falcade, Canale d’Agordo e Vallada Agordina, tocca anche i tasti dell’occupazione e della residenzialità, fattori che vanno considerati su un binario unico.
«La chiusura di questa attività», continua Rizzi, «come avviene per tante altre, porta spesso con sé anche una criticità sociale legata alla perdita del lavoro da parte di persone specializzate nelle proprie mansioni e spesso radicate nel territorio. Il lavoro a contatto con la gente in un negozio o in un esercizio pubblico e turistico è una sorta di bagaglio culturale, un insieme di predisposizioni e capacità, di competenze e passione. Si rischia così di perdere quindi anche un vero e proprio bagaglio di conoscenze e di virtù che fanno bene ai nostri territori».
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2 commenti
Francesco
Tutti si prodigano alla lotta contro lo spopolamento…..forse è meglio darsi meno da fare…
nicola Pellegrinon
Solo unendo le forze e mettendo in campo tutte le risorse possibili si possono ottenere risultati.