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sabato 21 Settembre 2024,

Diga sul Vanoi, Legambiente: «Opera inaccettabile»

L'associazione ha anche predisposto un documento, inviato al Consorzio di Bonifica Brenta

Legambiente esprime una ferma opposizione all’ipotesi di progetto per la costruzione di una diga sul torrente Vanoi. «Questa proposta, che prevede la realizzazione di un lago artificiale con una capacità di 33 milioni di metri cubi, presenta gravi rischi per l’ecosistema locale e non risolve le problematiche idriche della regione», si legge in una nota. «In un contesto di crisi idrica, la realizzazione della diga non garantirebbe affatto un uso efficiente delle risorse idriche, aggravando le difficoltà di approvvigionamento per le comunità locali e per l’agricoltura».
Una bocciatura nel merito e nel metodo, quella espressa da Legambiente con un documento di considerazione e parere preliminare sull’ipotesi di realizzazione di in invaso sul torrente Vanoi che è stato recapitato ieri al Consorzio di Bonifica Brenta, dopo l’invito da parte dello stesso Consorzio ad esprimersi. Un documento che analizza le problematiche legate alla gestione delle risorse idriche nel bacino del fiume Brenta e propone soluzioni per migliorare la situazione, a partire dall’abbandono dell’ipotesi di realizzare una diga sul torrente Vanoi.

Secondo Legambiente infatti, entrando nel merito della proposta progettuale, sono evidenti i rischi ambientali e idraulici, visto che la costruzione della diga comprometterebbe irreparabilmente la naturalità del torrente Vanoi, habitat di specie rare come la trota marmorata, già in pericolo di estinzione in altre aree. Inoltre, la diga potrebbe portare alla scomparsa di flora e fauna uniche, come il salice nero e il veratro, minacciando la biodiversità della zona. La diga sul Vanoi contrasta quindi con la Nature Restoration Law, il regolamento europeo approvato lo scorso agosto, che impegna gli Stati membri a ripristinare il buono stato di salute di almeno il 30% degli habitat in cattivo stato di conservazione entro il 2030.

Legambiente sottolinea inoltre che l’alterazione del regime idrico causata dalla creazione di un lago artificiale aumenterebbe il rischio di alluvioni e smottamenti, già problematiche storiche per la valle oggetto di intervento. Rischio che negli ultimi anni si è ulteriormente amplificato a causa dell’aumento del numero di eventi estremi imputabili al cambiamento climatico.

Legambiente critica anche il metodo di lavoro adottato dal Consorzio di Bonifica Brenta, che sembra stia trattando le consultazioni come una mera formalità, proponendo scadenze rapide per esprimersi senza peraltro aver fornito adeguate informazioni tecniche e progettuali. Questa metodologia secondo gli ambientalisti denota l’assenza di un approccio integrato e sostenibile per la gestione delle risorse idriche che coinvolga attivamente le comunità e le autorità locali, provinciali e regionali.

Per Legambiente la gestione delle risorse idriche è cruciale per garantire la sostenibilità ambientale, la sicurezza idraulica e la disponibilità di acqua per l’agricoltura e le comunità locali. Il progetto della diga solleva preoccupazioni per l’impatto sull’ecosistema e sulla biodiversità, rendendo necessaria una riflessione approfondita e un coordinamento efficace tra le autorità competenti. Coordinamento e condivisione che ad oggi appare invece assente o quantomeno non fondamentale per i proponenti, visti anche i pareri di netta contrarietà già espressi dalla Provincia Autonoma di Trento, rimasta inascoltata.

«La Carta di sintesi delle pericolosità della Provincia autonoma di Trento indica chiaramente un grado massimo di pericolosità geologica nell’area – dichiarano Andrea Pugliese e Luigi Lazzaro, rispettivamente presidenti di Legambiente Trento e di Legambiente Veneto – evidenziando ulteriormente i rischi associati a questo progetto che complessivamente presenta rischi significativi per la biodiversità, la stabilità idraulica e la sostenibilità delle risorse idriche sia in Veneto che in Trentino. La sottovalutazione da parte dei proponenti di questa indicazione preziosa lascia stupiti e allo stesso tempo preoccupati. È per questo fondamentale avviare un percorso trasparente e democratico, che permetta un confronto reale tra le parti interessate».

In conclusione, Legambiente boccia l’ipotesi di realizzazione della diga sul torrente Vanoi ritenendola inaccettabile sia nel merito che nel metodo e chiede un cambio di passo, sia con la ripresa di vecchi progetti insensatamente abbandonati, come le aree forestali di infiltrazione, sia con l’avvio di nuovi percorsi che prevedano soluzioni basate sulla natura in grado di aiutare realmente a procedere verso una gestione sostenibile delle risorse idriche, che rispetti l’ecosistema locale e garantisca un futuro migliore tanto per le comunità locali che per le attività produttive.

1 commento

  • Dopo la pista da bob di Cortina, ennesima conferma che la sensibilità ecologica in Italia non viene considerata, penso sia inutile opporsi a una decisione già presa a livello politico: alla faccia della partecipazione della cittadinanza…

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