Un bagno di folla ha accolto ieri a Sovramonte il taglio del nastro della nuova “casa” dell’Uomo della Val Rosna, il museo MUVAR che è dedicato a quel cacciatore del Paleolitico Superiore del periodo epigravettiano che 14 mila anni fa ha camminato, ha cacciato ed è stato sepolto in una valletta laterale del torrente Cismon, nel territorio del Comune di Sovramonte, e che fu disvelato al mondo nel 1988 da Aldo Villabruna.
Il museo MUVAR ha avuto un battesimo degno di un re. Ad aprire la cerimonia di inaugurazione del nuovo sito museale è stato il sindaco Federico Dalla Torre, che ha ripercorso in breve la storia della creazione della casa dell’uomo preistorico a cui è intitolata. Una storia travagliata, ha raccontato il primo cittadino, ma che ha avuto il supporto finanziario del Fondo Comuni Confinanti, presieduto da Dario Bond, presente all’appuntamento inaugurale.
«Sono felice di questo risultato – ha dichiarato Bond – frutto di un percorso lungo e faticoso, e ora auspico che il Museo sia una ‘casa’ viva, ricca di collaborazioni con i territori, le scuole, ma anche occasione di studio e ricerca».
A intervenire poi è stato il protagonista della scoperta, Aldo Villabruna, a cui è intitolato il riparo della Val Rosna – visibile lungo la statale del Passo Rolle – sotto il quale è stata rinvenuta la celebre sepoltura che, oltre ai resti del defunto, ospitava un corredo funerario eccezionale. Da parte sua, immancabile l’accenno al professor Alberto Broglio (ordinario di Paleontologia nell’Ateneo di Ferrara), sotto la cui direzione si sono effettuati gli scavi successivi.
A seguire poi l’intervento di Marco Peresani, docente e responsabile scientifico del Museo e delle ricerche sull’Uomo della Val Rosna: «Al Museo sarà il cacciatore a raccontare la sua storia, soprattutto ai ragazzi. Questo è l’unico Museo italiano che parla solo del Paleolitico. Parleranno anche i reperti che vi sono esposti», con particolari focus sugli aspetti della vita di un uomo delle valli alpine, della sua società, delle abitudini di caccia, della salute e del culto, delle cure odontoiatriche, che sono le prime ad oggi riscontrate nella storia dell’umanità.
A parlare per ultimo è stato il progettista Marino Baldin: «È stata una splendida e complessa avventura; la creazione di questo Museo si è avvalsa della collaborazione strettissima del curatore scientifico Peresani: insieme abbiamo realizzato un ambiente labirintico, silenzioso e scuro, per far calare emozionalmente il visitatore nella Preistoria. Lo spazio a disposizione non era molto grande, ma l’effetto è quello di un ambiente molto più spazioso di come è in realtà».
Il Museo sarà gestito dall’associazione «Trame di Storia», gruppo di archeologi e studiosi dalla comprovata esperienza. La cerimonia si è conclusa con la scopertura di una targa, alla presenza del prefetto Antonello Roccoberton.
Il MUVAR propone un percorso museale didattico-divulgativo e immersivo che si avvale delle più avanzate tecniche di ricostruzione multimediale. Le sale approfondiscono in maniera accattivante e accurata – tanto per gli adulti che per i ragazzi di tutte le età – tutti gli aspetti legati alla sepoltura dell’uomo epigravettiano della Val Rosna: il suo modo vestire, di mangiare, di cacciare, di curarsi e di essere consegnato all’eternità con il suo ricco corredo funerario, come le pietre dipinte che ne tracciano un profilo antropologico preciso. I materiali esposti sono copie perfette degli originali conservati a Ferrara (resti biologici) e a Belluno (resti materiali).
Isabella Pilo
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