La questione della convivenza con i grandi carnivori è stata al centro di un convegno tenutosi al Teatro Minimo di Chies D’Alpago lo scorso 30 settembre. L’incontro dal titolo «La disumanizzazione dell’Uomo e la sacralizzazione del predatore» è stato organizzato dal Comune in collaborazione con la Comunanza delle Regole dell’Alpago e la società agricola cooperativa Fardjma e moderato dall’ex sindaco Giampaolo De March.
Due ore con interventi del professore Annibale Salsa, antropologo ed esperto di cultura alpina, Gianluca Dal Borgo, attuale sindaco di Chies d’Alpago e Alessandro Fullin, agronomo e allevatore. Dalla trentina Val di Sole è arrivato per portare un saluto anche Carlo Papi, papà di Andrea, il runner aggredito e ucciso il 5 aprile del 2023 dall’orsa JJ4, accompagnato da Pierantonio Cristoforetti, presidente del comitato «Insieme per Andrea Papi».
Tra i temi affrontati il conflitto culturale tra il residente e il frequentatore e la diversa percezione che essi hanno della natura. Secondo il professor Salsa, infatti, il turista cittadino e le associazioni di tipo ambientale-animalista hanno una percezione della natura modellata sul criterio urbano-centrico. Il montanaro, invece, ha una percezione diversa del territorio, essendo il suo rapporto con la natura sempre di addomesticamento. «Questo è un tipico conflitto culturale», ha commentato l’antropologo «ma il tema della natura è diventato ideologico, quindi non è più traducibile in termini scientifici, come dovrebbe essere».
Della stessa opinione il sindaco Dal Borgo: «La percezione vera della realtà e del paesaggio è il frutto di esperienze sapienziali e di un vivere concreto in un territorio. Incontri come questi servono a conciliare gli opposti sulla questione dei grandi carnivori e trovare assieme una nuova via per il futuro della vita sulle Alpi».
Sono due, secondo Salsa, anche le concezioni di tutela dell’ambiente, una attiva e l’altra passiva. Quest’ultima è giustificata dal punto di vista della conservazione della natura, ma per il professore non regge perché «tutto si trasforma, tutto muta, tutto cambia, quindi bisogna governare il cambiamento».
La convivenza con i grandi carnivori è una delle grandi sfide che tutti, a partire dagli amministratori, devono affrontare e, come sottolineato da Cristoforetti, può collegarsi al problema dell’abbandono della montagna: «La pericolosità e le problematiche di una possibile o meno convivenza con i grandi carnivori devono essere temi risolti dalla politica per far permanere la gente sulle terre alte».
Sul tema gli allevamenti è intervenuto poi Alessandro Fullin: «Oggi si fa fatica a mantenere l’allevamento in condizioni di cosiddetta normalità. C’è bisogno quindi di creare una nuova squadra tra allevatori, amministratori locali e tecnici preparati per la convivenza con il lupo». L’allevamento della pecora alpagota, razza riconosciuta a rischio estinzione, secondo l’agronomo e allevatore, è infatti un elemento fondamentale nella preservazione della biodiversità sul territorio.
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1 commento
Giuseppe
Sta di fatto che i turisti stanno a casa loro quando sanno che nel paesello di villeggiatura c’è il lupo o l’orso.