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Procond di Longarone a rischio chiusura

A rischio chiusura la Procond Elettronica di Longarone che fa parte del Gruppo Selcom che produce schede elettroniche e che occupa 770 lavoratori distribuiti negli stabilimenti di Longarone (290) e nelle sedi di Bologna (360), Palermo (110) e Milano (10). L’allarme è stato lanciato nei giorni scorsi da Cisl e Cgil dopo che il 7 settembre al ministero dello Sviluppo economico «sono emersi seri e stringenti problemi finanziari, che l’azienda non aveva mai rappresentato in queste dimensioni». Secondo i sindacati «le problematiche descritte potrebbero, anche nel breve periodo, mettere in discussione la continuità produttiva di tutti gli stabilimenti italiani con ricadute drammatiche sotto il profilo occupazionale».
«Ci troviamo di fronte a una situazione paradossale», ha spiegato Bruno Deola della Cisl. «Stabilimenti che in 15 anni non hanno fatto neanche un’ora di cassa integrazione e che potrebbero avere una propria autonomia funzionale grazie a commesse e clienti importanti, adesso rischiano di essere affossati da un debito strutturale e gestito male dagli attuali vertici aziendali, gruppi finanziari che pensano solo a spolpare gli stabilimenti senza fare gli investimenti necessari».
A fronte di questa situazione, i sindacati ritengono indispensabile l’impegno del Governo, delle istituzioni locali, delle banche e di tutti i soggetti interessati a salvaguardare un patrimonio industriale, professionale, tecnologico e occupazionale affinché sia fatto tutto il necessario per evitare che la situazione diventi definitivamente compromessa.
In attesa di un nuovo confronto presso il Ministero il prossimo 16 settembre, il deputato bellunese Roger De Menech e il sindaco di Longarone Roberto Padrin hanno incontrato martedì 13 Giampietro Castano, coordinatore dell’Unità per la gestione delle vertenze delle imprese in crisi, ricevendo assicurazione che il ministero dello Sviluppo economico si sta facendo carico della crisi della Procond e, nella consapevolezza che il problema è soprattutto finanziario, sta lavorando alla possibilità di ridare liquidità a un’impresa che appare avere prodotti di qualità e un ottimo mercato di riferimento in Italia e all’estero.

Leggi la "spalla" della settimana scorsa.

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